Vai alla navigazione principale Vai al contenuto Vai al piè di pagina
Torna a Blog

I GRANDI ITALIANI A LONDRA

mazzini a Londra

“The Italian in England” è una celebre poesia di Robert Browning, la quale descrive la situazione sociale, politica ed economica dell’Italia risorgimentale.

Il poeta e’ affascinato dal talento e dal carisma di Giuseppe Mazzini e cerca quindi di sensibilizzare l’opinione pubblica inglese sull’esilio del patriota genovese. Arrivato a Londra agli inizi del 1837, Mazzini si stabilisce nella zona di Clerkenwell, quartiere divenuto famoso con il nome di “Little Italy data la presenza di numerosi italiani, in gran parte rifugiati politici.

All’inizio gli e’ difficile ambientarsi in Inghilterra, ma dopo due anni di sacrifici e mediazione, superata la “tempesta del dubbio”, riprende nel gennaio 1839 la sua attività di organizzatore politico. In novembre pubblica a Londra il periodico “Apostolato popolare”, che reca nel sottotitolo “Libertà, Eguaglianza, Umanità, Indipendenza, Unità – Dio e il Popolo – lavoro e frutto proporzionato”.

In seguito, Mazzini apre una scuola gratuita per i poveri fanciulli italiani ad Hatton Garden nel 1841 ed e’ grazie al suo impegno che viene costruita la Chiesa di St. Peter a Clerkenwell. Nel 1840 da’ vita anche ad un’associazione di lavoratori la cui sede è stata funzionante fino al 2008. Durante la sua permanenza a Londra continua a scrivere numerosi articoli e saggi letterari, collaborando con le più famose riviste inglesi e francesi.

Nel 1848 i suoi sogni sembrano avverarsi quando viene a sapere dei moti rivoluzionari in Europa. Rientra dunque in Italia e prende parte come triumviro insieme ad Armellini Saffi alla breve vita della Repubblica Romana. Tornato a Londra, intensifica la sua attività politica fondando nel 1853 il Partito d’Azione.

Conclusa la spedizione garibaldina nel Mezzogiorno, Mazzini concentra tutti i suoi sforzi nell’organizzazione del movimento operaio, continuando ad impegnarsi fortemente alla liberazione di Roma e Venezia, impartendo ordini e comandi dal suo quartiere generale londinese.

Nel 1860 pubblica “I Doveri dell’Uomo”, sua opera principale nella quale Mazzini subordina il concetto di Patria a quello più ampio di Umanità, auspicando che il concetto di Nazione sia superato da quello di una Federazione fra i popoli europei che, da un lato, permetta la dissoluzione delle tensioni internazionali sanando le ferite nazionaliste e, dall’altro, agevoli lo sviluppo dei popoli più poveri. Opera sconosciuta a molti ma considerata da tanti leader e statisti come la propria Bibbia morale, etica e politica. Stanco e ammalato, trascorre l’ultimo anno di vita a Pisa dove muore esule in patria nel 1872.

Londra ci racconta anche la storia di un altro grande italiano: Ugo Foscolo, la cui tomba si trova nel cimitero di Chiswick, dietro la Chiesa di St. Nicholas.

Nel 1871, poco dopo l’avvenuta unità d’Italia, le spoglie del poeta furono trasferite nella Basilica di Santa Croce a Firenze, annullando quella distanza dalla patria che la scelta dell’esilio aveva imposto. Foscolo arrivato in Inghilterra nel 1816, soggiorna a Londra in Leicester Square e successivamente si trasferisce a Soho.

Accolto da una fama di scrittore indipendente e di patriota impegnato nella difesa della libertà, trascorre i primi anni privo di una rendita regolare conducendo una vita al di sopra delle proprie possibilità nonostante l’aiuto di vari mecenati e i guadagni della professione di critico letterario e saggista.

a metal fence

Nel 1822 Foscolo va a vivere con la figlia Floriana, nata dalla relazione con Sophia Hamilton in Francia, presso il Digamma Cottage, abitazione lussuosa vicino Regent’s Park. Nel frattempo, anche per far fronte alle spese crescenti, il poeta intensifica la sua attività di saggista e giornalista ma il guadagno non è sufficiente a colmare i numerosi debiti ormai contratti dallo scrittore. All’inizio del 1824, assillato dai creditori, è costretto ad abbandonare la sua casa e si trasferisce sotto falso nome in una camera in affitto. Foscolo conduce una vita appartata, compiacendosi della sua solitudine dedicata allo studio e alla scrittura, diviene insegnante di italiano presso un istituto femminile. Nel 1827 si trasferisce a Chiswick nel sobborgo londinese di Turnham Green, dove trascorre gli ultimi giorni della sua vita ormai affetto da una grave patologia biliare. “Tu non altro che il canto avrai del figlio, / o materna mia terra; a noi prescrisse / il fato illacrimata sepoltura” (A Zacinto, vv. 12-14). Come aveva predetto nei Sonetti, il poeta morì in terra straniera.

Altra storia affascinante è quella di Guglielmo Marconi, fisico e inventore italiano trasferitosi a Londra in cerca di fortuna.Dopo aver manifestato un precocissimo interesse all’elettromagnetismo e alle telecomunicazioni, nel 1895, a soli 21 anni, Marconi si reca al Ministero delle Poste e dei Telegrafi per presentare una sua invenzione, il telegrafo senza fili, e chiedere relativi finanziamenti. Non ricevendoli, decise di cambiare aria.

Figlio di una irlandese e di un italiano con la cittadinanza britannica, nel 1896 decide di partire per Londra e depositarvi il brevetto della propria invenzione.

La prima trasmissione senza fili sul mare viene realizzata nel 1898 in Irlanda del Nord mentre molte altre dimostrazioni pratiche avvengono a Londra, Bristol e Kingston upon Thames. Nel luglio 1897 Marconi fonda a Londra la Wireless Telegraph Trading Signal Company, che apre il primo ufficio in Hall Street Chelmsford in Inghilterra impiegando circa cinquanta persone. Successivamente concentra le sue ricerche sull’Atlantico, convinto che le onde possano varcare l’oceano seguendo la curvatura della Terra. Nel dicembre 1901 viene effettuata la comunicazione che costituisce il primo segnale transoceanico della Storia; il messaggio ricevuto era composto da tre punti, la lettera S del codice Morse. Nobel per la Fisica nel 1909, l’inventore riscuote grande successo negli Stati Uniti all’indomani della tragedia del Titanic del 1912, dove i superstiti si salvano grazie al segnale SOS inviato via radio. Famoso in Inghilterra anche per aver fondato la BBC, muore a Roma nel luglio del 1937 ed è considerato una delle menti più brillanti del XX secolo.

In conclusione, queste sono solo le vite più celebri di tanti italiani che a Londra e, in giro per il mondo, hanno dimostrato amor di patria, libertà, giustizia e genialità: concetti che, ricordando il Foscolo, abbiamo ancora bisogno di celebrare, custodire e difendere, per il bene del nostro Paese.

Roberto Vitale