PERCORSO AL VICTORIA AND ALBERT MUSEUM: SALE DEL MEDIOEVO E DEL RINASCIMENTO
Le sale si sviluppano cronologicamente su tre livelli partendo dal 300 D.C. per arrivare al 1600. Costate 30 milioni di sterline e affettuosamente abbreviate in ‘MedRen’ dagli addetti ai lavori, le dieci sale occupano un’intera ala dell’edificio originale progettato da Sir Aston Webb nel 1899. Con 1.800 oggetti costituiscono la più grande collezione di scultura italiana esistente all’estero.
Alla base di questo mastodontico progetto, è l’ambiziosa visione dei curatori di sfatare il mito negativo di un Medioevo senza luce, tutto cenere e preghiera, prima della rinascita avvenuta del XV secolo. Visione tradotta nella pratica con la creazione di armoniosi spazi espositivi, privi di rigidi confini architettonici che riflettono con la loro continuità spaziale un dialogo mai interrotto tra antichità, Medioevo e Rinascimento. L’idea era quella di raccontare una storia dell’arte e del design europeo che fosse più di una semplice carrellata di stili, e per dare al pubblico il senso dell’utilizzo pratico degli oggetti si è cercato di ricreare quanto più possibile il loro contesto originale.
Una gigantesca trifora romanica del XII secolo introduce il visitatore che arriva dal pianterreno nel più profondo passato. Questa prima parte delle gallerie (300-1250) esplora lo sviluppo dell’arte cristiana dal perido tardo antico al Pieno Medioevo, e di come la Chiesa e i primi sovrani medievali come Carlo Magno abbiano guardato indietro alle forme e ai valori dell’arte romana per adatterle ai loro necessità.
Qui si possono ammirare capolavori assoluti come una valva del dittico eburneo di Simmaco (sec. VI), il cofanetto intagliato della Cattedrale di Veroli (sec. X-XI) e come il reliquiario smaltato in cui erano custoditi i resti di San Thomas Becket (sala 8) e il Candelabro di Gloucester, realizzato per la cattedrale di Gloucester, all’inizio del XII secolo, uno degli oggetti più rappresentativi della storia dell’arte inglese la cui ricca decorazione di fogliame dorato rivela piccole figure umane si muovono verso l’alto, impegnate in una lotta disperata con mostri spaventosi mentre cercano di raggiungere la luce della candela, simbolo di Dio.
Nelle sale successive, dedicate all’ascesa del Gotico (1200–1350), da non perdere sono le vetrate della Sainte-Chapelle a Parigi (circa 1243-1248), il Crocifisso di Giovanni Pisano (circa 1285-1300) (sala 9), una minuscola figura scolpita in avorio, un vero e proprio capolavoro di potenza espressiva e di grande emozione e il gigantesco di un Profeta (1285-1297) sempre dello stesso Giovanni Pisano, realizzata per il Duomo di Siena (sala 10). In queste sale si trova anche uno dei famosi arazzi di caccia del Devonshire (sala 10a) un gruppo di quattro magnifici arazzi fiamminghi risalenti alla metà del XV secolo – gli altri tre sono nelle Tapestries Galleries al terzo livello (sala 94).
Al pianterreno, opere di grandi dimensioni un tempo parte di imponenti palazzi rinascimentali e chiese, sono esposte nel contesto di un paesaggio urbano. Immaginate il cortile di un palazzo rinascimentale, con un giardino popolato da alberi e fontane e impoeneti sculture come il Sansone e il Filisteo di Giambologna (1560-1562) (50a). Ma passate attraverso la gigantesca balaustra che separava il coro dalla navata nella Cattedrale di San Giovanni a Hertogenbosch (1600-1613) in Olanda, uno degli oggetti più grandi in mostra e vi ritroverete in un’imponente chiesa (sala 50b), evocata da grandi pale d’altare e vetrate, dominata dalla Cappella di Santa Chiara, costruita a Firenze nel 1494, e che il V&A dice essere il solo edificio rinascimentale italiano esitente fuori dall’Italia. E comunque la collezione di scultura italiana appartenente al museo trova rivali solo a Firenze a Roma.
Al secondo piano si esplora come tra il 1500 e il 1600 le idee e l’interesse per l’antichità classica hanno influenzato il processo creativo dell’artista e di come le nuove tecnologie, (in particolare la stampa) hanno contribuito a diffondere idee e progetti e come gli oggetti diventano espressione d’identità e delle ambizioni di una famiglia. Ma non solo: qui si prendono in esame anche i vari aspetti della vita e del rituale domestico e dei suoi risvolti sociali visti attraverso beni di lusso come gioielli, mobili, armature e oggetti relativi alla salute e alla bellezza (sale 62 e 63). Oltre ad un autoritratto di Tintoretto (1548) monete di Pisanello e stampe di Dürer, è stato ricostruito lo studiolo rinascimentale di Pietro de Medici con il soffitto a volta in cui sono incastonati i tondi di maiolica con i Mesi di Luca della Robbia (1450-1456) (sala 64).
In una società che fa tesoro dei libri non possono mancare i taccuini di Leonardo da Vinci che sono per la prima volta in mostra permanente (il V&A ne possiede cinque, che sono esibiti a rotazione) e grazie ad un computer si possono sfogliare -almeno virtualmente- le pagine (sala 64). Accanto a Leonardo, il minuscolo bozzetto in cera di uno Schiavo (1516- 1519), l’unica opera di Michelangelo posseduta dal V&A, mentre un’intera sala è dedicata Donatello e ai suoi contemporanei Agostino di Duccio e Antonio Rossellino (64a). I curatori hanno setacciato le immense collezioni del V&A, ma ne è valsa la pena: dai depositi del grande museo londinese sono emersi tesori che non vedevano la luce da anni, come lo straordinario arazzo fiammingoraffigurante la Guerra di Troia (1475) (sala 64) il cui restauro ha richiesto oltre quattromila ore di lavoro.
Ogni centimetro quadrato di spazio inutilizzato è stato reclamato e convertito (o ri-convertito) in spazio espositivo; persino l’area esterna esistente tra due edifici è stata coperta da un tetto trasparente e trasformata in zona di studio e relax per il pubblico (sala 64b). in questa nuova galleria sono riuniti oggetti di grandi dimensioni, come la facciata della casa di Sir Paul Pindar un tempo nella City of London o la gigantesca scalinata in legno di quercia 1522-1530 proveniente da una casa di Morlaix, in Bretagna, ma ci sono anche calchi in gesso del XIX secolo, inferriate in ferro battuto e portoni, tutti oggetti attraverso cui si vuole mettere in evidenza come frammenti del passato medievale e rinascimentale continuano ad abitare le città e i paesaggi rurali d’Europa.
2014 © Paola C. Cacciari
Victoria and Albert Museum, Cromwell Road, London, SW7 2RL, UK
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle-17.45; Venerdì dalle 10 alle-22.00 (una selezione di gallerie aperte dopo le 18.00). Chiuso il 24, 25 & 26 Dicembre
Ingresso libero
Info: Tel. +44 (0)20 7942 2000
vanda@vam.ac.uk
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