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STORIA DEL BRITISH MUSEUM

a group of people walking in front of British Museum

 

L’attività di raccolta di manufatti da parte del museo iniziò con grande entusiasmo gia’ a meta’ del 1700, e gran parte delle acquisizioni furono donazioni. All’inizio l’interesse prevalente era per materiali relativi alla storia naturale, come ad esempio i campioni raccolti dal Capitano Cook nelle sue circumnavigazioni del globo, e da questa fonte provennero anche vari oggetti etnografici. I “souvenir” di viaggio In questo periodo, la Gran Bretagna fu particolarmente attiva nei viaggi di scoperta, ma progressivamente gli inglesi scoprirono il mondo classico attraverso i viaggi europei di nobili ed aristocratici.

Sir William Hamilton, rappresentante diplomatico britannico a Napoli, collezionò ceramiche greche e ne inviò due navi piene in Inghilterra (anche se soltanto una giunse a destinazione). Fu sempre grazie ad Hamilton che il Vaso di Portland raggiunse il British Museum. La famosa collezione di sculture di Charles Townley, messa insieme a Roma, fu venduta al Museo. La sconfitta dell’esercito napoleonico in Egitto portò all’acquisizione della Stele di Rosetta e di altre antichità egizie .

Nel 1816 il British Museum si arricchì di forse uno dei più importanti gruppi scultorei che fanno parte delle collezioni: gli splendidi marmi del Partenone di Atene. Lord Elgin aveva ricevuto l’incarico di ambasciatore a Costantinopoli nel 1799. Turbato dalla distruzione delle rovine classiche in Grecia, riunì un gruppo di artisti ed architetti per documentare i monumenti sopravvissuti, e successivamente ottenne il permesso dalle autorità per rimuovere le pietre scolpite. Le sculture giunsero a Londra nel 1802 ed Elgin le esibì al pubblico. Quattordici anni più tardi, in seguito a difficoltà finanziarie, le vendette al governo che le installò nel Museo, dove attirarono immediatamente enorme interesse.

I rappresentanti diplomatici e gli ambasciatori all’estero ebbero un ruolo significativo nell’accrescimento delle collezioni archeologiche del Museo. Henry Salt, il console generale d’Egitto, con l’aiuto dell’intermediario Giovanni Belzoni, riunì una vasta collezione comprendente diverse sculture colossali, come la testa del faraone Amenofi III, acquistata dagli Amministratori del Museo nel 1823. Nel 1818 Salt donò inoltre la famosa testa di Ramesse II. Tempio del faraone Ramesse II, di David Roberts, 1849.

Il fascino dell’archeologia delle terre bibliche portò l’attività dei collezionisti nel Vicino Oriente. Claudius Rich, residente a Bagdad dal 1811 al 1820, accumulò una piccola collezione di mattoni iscritti, sigilli a cilindro e tavolette incise provenienti dalle pianure del Tigri e dell’Eufrate, creando così le basi delle collezioni di antichità assiro-babilonesi del Museo.

a room filled with furniture and a fireplace

Verso l’inizio del XIX secolo Montagu House non disponeva più dello spazio necessario per ospitare tutte le collezioni del Museo. Non solo le collezioni crescevano rapidamente, ma la mancanza di spazio era ulteriormente aggravata da numerosi esemplari di storia naturale e dai testi della biblioteca, oltre che dal crescente numero di visitatori. Nel 1814 gli Amministratori riferirono che 28.000-30.000 persone avevano visitato il Museo durante l’anno precedente. Il problema di spazio peggiorò nel 1823, quando il re Giorgio IV offrì al Museo la biblioteca del padre contenente quasi 85.000 testi, tra libri ed articoli. I problemi di spazio

Nel 1824 fu decisa la costruzione di un nuovo edificio a nord di Montagu House, e l’architetto Sir Robert Smirke fu incaricato del progetto. Il nuovo museo doveva avere gallerie illuminate lateralmente e dall’alto, disposte intorno ad un cortile spazioso. Questa parte del progetto fu completata attorno al 1840,e l’ultima parte dell’edificio ad essere eretta fu il grande portico con colonne scanalate e capitelli ionici. Contemporaneamente alla costruzione della facciata di ingresso del nuovo museo, Montagu House fu demolita. Attorno al 1850 l’aspetto del British Museum era sostanzialmente come si presenta oggi.

Il problema della mancanza di spazio non era tuttavia risolto. La famosa sala di lettura circolare fu costruita nel giardino del cortile centrale poco dopo, e fu aperta ai lettori attorno al 1857. Anche le collezioni di storia naturale ponevano dei problemi e fu infine deciso di separarle dagli artefatti che vennero trasferiti nel Museo di storia naturale a South Kensington, nell’ovest di Londra, nel 1880. Sebbene il nuovo progetto non fosse ancora sufficientemente grande, nel 1850 una commissione parlamentare rilevò che alcuni delle collezioni non ricevevano la dovuta considerazione. Ciò portò alla nomina di conservatore di Augustus Wolllaston Franks, un uomo di vasta cultura ed interessi, che nel corso di quasi cinquant’anni consolidò le collezioni delle antichità europee post-classiche, etnografiche, e di arte orientale.

Il Museo di oggi, rispetto al passato, pone una maggiore enfasi sull’interpretazione e, grazie al lavoro di ricerca storica ed archeologica, oltre che all’indagine scientifica, può adottare un approccio multi-disciplinare particolarmente indicato per la diversità delle sue collezioni. Ciò non significa che l’attività di collezionismo sia stata ignorata. L’ultima parte del XX secolo è stato un periodo estremamente attivo, particolarmente con le acquisizioni degli antropologi del Museo. Questo ha sempre fatto affidamento su donazioni e lasciti privati per le sue acquisizioni, e oggi usufruisce anche del sostegno di enti come l’Heritage Lottery Fund, il National Memorial Fund, il National Art Collections Fund e gli Amici del British Museum, precedentemente conosciuta come la British Museum Society.

Nel passato il British Museum ha effettuato scavi nella Valle del Nilo (Egitto e Sudan) e nel Medio Oriente, e questa attività continua tutt’oggi, spesso in collaborazione con altri enti. Il British Museum tuttavia effettua scavi anche in Gran Bretagna ed in altre parti del mondo. Indagini sul campo e scavi vengono oggi condotti più attivamente che nel passato, con lo scopo di accrescere le collezioni con materiale che concerne abitudini culturali contemporanee, così che il British Museum continui a svolgere il ruolo di museo che rappresenta culture di varie parti del mondo, passate e presenti. Gli scavi vengono effettuati dal Museo per accrescere la conoscenza e costituiscono un modo efficace per ampliare le collezioni, anche se non tutti i reperti finiscono per far parte delle raccolte del museo stesso.

Nel 2000, in occasione del 250° anniversario dell’apertura del British Museum, Norman Foster ha ricoperto la Great Court con una cupola interamente vetrata che è diventata la piazza più grande d’Europa ed è il punto di snodo della visita al museo, collegando l’ala est con quella ovest. Al centro si trova la famosissima Reading Room, la sala di lettura in cui studiarono il Mahatma Gandhi, Oscar Wilde, Karl Marx, Lenin e Virginia Wolf.